Il malato immaginario

Testo di Jean-Baptiste Molière

Regia di Mauro Taba

Scritta nell’ultimo anno di vita di Molière, la commedia è intrisa di realismo. Lo stesso protagonista, che si presenta come un classico personaggio farsesco, pronuncia a tratti affermazioni lucide e ragionevoli, mostrando un cinismo e una disillusione che tradiscono le amare riflessioni dello stesso autore, il quale approfitta delle occasioni comiche offerte dalla trama per introdurre in modo inaspettato un’aspra denuncia della società a lui contemporanea.
Il 17 febbraio del 1673 Molière, che interpretava Argante, portò a termine la rappresentazione di questa commedia nonostante il suo grave stato di salute, morendo infine poche ore dopo.

Costruito sulla figura di Argante, ricco borghese sanissimo ma fermamente convinto di star per morire, “Il malato immaginario” di Molière, si presenta con le movenze della farsa.
Attorno al malato, si muovo i “cattivi” – la moglie Belinda, fedifraga ed interessata, il viscido notaio Buonafede, il Professor Cagherai, medico pomposo e pieno di sé, e suo figlio Tommaso, dottorino appena laureato, ma già di promettente ignoranza – e i “buoni” – il fratello Beraldo, concreto e razionale, la serva Antonietta, come da tradizione più padrone che serva, la figlia Angelica, fragile e sospirosa, la sua intrigante sorellina Luisona e il giovane Cleante, ovviamente innamorato, ovviamente senza speranza.
Questa situazione di equilibrio iniziale va in pezzi nel momento in cui Argante, desideroso di avere un medico in casa, promette in sposa Angelica a Tommaso Cagherai, senza sapere che la figlia ha già giurato amore eterno a Cleante…
In un crescendo, che recupera lo schema tradizionale della commedia plautina, con la coppia di innamorati contrastati e la figura del servo astuto che li aiuta, la vicenda procede in un rapido crescendo, sfruttando il più consolidato armamentario di equivoci, colpi di scena, separazioni e riconciliazioni che si possa immaginare, ma inquadrandolo e risolvendolo in una satira sull’ignoranza dei medici e sulla loro supponenza e, più in generale, sulla disonestà di chi sfrutta l’insicurezza del prossimo per raggirarlo.
Argante, nella sua fragilità psicologica di ipocondriaco, non chiede che di essere rassicurato e di questa fragilità approfittano, come si diceva, i “cattivi”, a ben guardare, però anche i “buoni” non si fanno scrupolo di servirsene per ingannarlo, sia pure a fin di bene.
Al termine della commedia, il “malato” non risulterà per nulla guarito, al limite convinto di avere acquisito un’esperienza della malattia che lo rende più esperto di qualsiasi medico.

CAST ARTISTICO & TECNICO

Argante
Giorgio Berardo

Belinda

Luisa Donalisio

Angelica

Cecilia Spampinato

Luisona

Virginia Spampinato

Beraldo

Raniero Cane

Cleante

Emiliano Fioretti
Professor Cagherai
Massimiliano Biella
Tommaso Cagherai
Lorenzo Baravalle
Antonietta
Donatella Percoco
Signor Bonafede
Raniero Cane
Regia
Mauro Taba
Costumi e Scenografia
Luisa Donalisio
Ines Verano

Allestimenti Scenici

Roberto Levrini

Luci

Alessandro Biella
Franco Carletti

Suono

Mirko Levrini

Acconciature

Marco Civallero

Trucco

Ombretta Gedda

Progetto Grafico

Stefano Milanesio
Trovarobe
Marta Pasero
Organizzazione di Sala
Bruna Biella
Gemma Cosa